Inchiesta “Scirocco” a Catania, nel mirino scommesse online e slot

Decine gli arresti messi a segno dalla Dda di Catania. Il clan etneo dei Mazzei aveva interessi nel settore delle slot machine e delle scommesse sportive, con l’intestazione fittizia di una società di gaming.

Sono 23 le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina, nell’ambito dell’inchiesta denominata Scirocco. Sono diversi i reati che vengono contestate agli indagati. Si tratta di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, estorsione in concorso, intestazione fittizia di beni e tanti altri.

In particolare, l’indagine si è concentrata sul rinnovato interesse del clan mafioso dei Mazzei nei confronti del settore dei giochi e delle scommesse. Da qui emergono alcuni dettagli – riportati da Agimeg – che hanno portato a questo interessamento. Con tanto di intestazione fittizia di una società che, tra le sue sedi, aveva anche quella di Catania.

Slot e scommesse in mano ai Mazzei

I Carabinieri di Catania hanno stabilito che Angelo Privitera, detto “Scirocco”, aveva impiegato proventi illegali nella gestione della suddetta società. La “World Games srl” opera nel settore delle scommesse online oltre che nell’attività di gestione, noleggio e assemblaggio di apparecchiature da gioco. Nello specifico, veniva gestito il mercato delle slot machine in giro per la città.

Le quote di questa società venivano assegnate in maniera fittizia a dei prestanome. Attraverso il metodo mafioso e dell’estorsione, Privitera era riuscito a risolvere una disputa tra due soggetti, specializzati in truffe telematiche. Attraverso questo metodo, Privitera riusciva ad aggirare le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimonali.

Questo genere di attività consentiva al clan dei Mazzei di allungare le mani su Catania, o almeno su parte di essa, per quanto riguarda la diffusione di slot machine e centri scommesse. Da qui è stato scoperchiato quasi un “vaso di Pandora”, che ha consentito di scoprire tutte le altre attività illecite della famiglia mafiosa. Così la DDA della città etnea, oltre agli arresti, ha messo a segno un maxi-sequestro milionario.

 

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